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TOSCANA SEMPRE PIU' BIO: 144MILA ETTARI DI SUPERIFICIE COLTIVATI DA OLTRE 5MILA OPERATORI

TOSCANA SEMPRE PIU’ BIO: 144MILA ETTARI DI SUPERIFICIE COLTIVATI DA OLTRE 5MILA OPERATORI

L’emergenza Covid-19 ha fatto aumentare i consumi di prodotti bio dell’1,7% in Toscana, con una crescita tendenziale anche per i vini rossi come il Chianti Classico DOCG (+1,7%), il Chianti DOCG (+3,8%) e il Toscana IGT (+3,1%) e per i bianchi con il Toscana IGP (+0,6%).

Nella regione crescono del 4% anche le superfici bio (144 mila ettari) e gli operatori (+ 0,7% per un totale di 5 mila agricoltori), un ottimo segnale – secondo il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi –  “di quanto sia gli agricoltori che i consumatori credano fortemente nel valore aggiunto delle produzioni biologiche”. Poi Filippi sottolinea l’importanza dell’informazione. Per il presidente serve insegnare ai consumatori “a leggere attentamente le etichette e stanare eventuali prodotti tarocchi che non sono italiani né tantomeno biologici, perché sono ancora ingenti le importazioni dall’estero di cui non si ha piena tracciabilità”.

A trainare il settore del bio in Toscana sono le colture foraggere (30%), cerealicole (17%), viticole (10%) e olivicole (11%) che fanno la parte da leone in termini percentuali. Poi un contributo fondamentale viene dato dall’agricoltura biodinamica, un metodo produttivo di valore ambientale ed economico. “Le aziende biodinamiche – a prescindere dallo specifico disciplinare di produzione-  devono rispettare ed essere conformi ai requisiti europei e nazionali dell’agricoltura biologica – aggiunge Coldiretti. Oltre a questo specificano dall’associazione di categoria “tutte le aziende biodinamiche, utilizzando un chiaro riferimento al termine “bio” in etichetta, devono essere certificate prima di tutto ai sensi della normativa comunitaria sul biologico”. Il disciplinare dell’agricoltura biodinamica – spiegano ancora da Coldiretti “anche se richiama alcuni aspetti di chiara derivazione filosofica, prevede delle regole di base di assoluto rigore agronomico, come la presenza di animali in azienda con l’obiettivo del ciclo chiuso, la cura per la gestione della fertilità del suolo ed una maniacale attenzione alle lavorazioni dei terreni, l’applicazione rigorosa di rotazioni colturali, la gestione dei patogeni e delle malattie senza ricorso ad input chimici di sintesi. Si tratta di regole che, prendendo come base il disciplinare europeo per il biologico – chiosano da Coldiretti – ne valorizzano i principi attraverso prescrizioni specifiche e vincolanti.

LEGGE SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

Il Senato ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge sull’agricoltura biologica, con 195 voti a favore, uno contrario ed un astenuto. Il testo torna alla Camera per la terza lettura, avendo Palazzo Madama introdotto modifiche a quello licenziato da Montecitorio in prima lettura.

Il ddl, tra le altre misure, introduce il marchio “Biologico italiano” che potranno utilizzare “i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana”. La principale modifica introdotta da Palazzo Madama è stato un articolo aggiuntivo, contenente una delega al governo per emanare entro 18 mesi uno o più decreti legislativi per “procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica”. Questi decreti legislativi dovranno “provvedere a migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e a rivedere l’impianto del sistema sanzionatorio connesso”. L’unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l’equiparazione, prevista dal testo, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti, poi bocciati, per espungere tale equiparazione. Cattaneo ha criticato la scelta definendo l’agricoltura biodinamica “una pratica esoterica e stregonesca” priva di basi scientifiche. Cattaneo, che ha poi votato contro il ddl, ha fatto un parallelo tra l’agricoltura biodinamica e Stamina. Anche Elena Fattori (Leu) ha espresso le stesse critiche, astenendosi nel voto finale. Contro l’agricoltura biodinamica ahche Fdi, che ha però votato a favore del disegno di legge valutandone la positività nel suo insieme.

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