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Il cambiamento climatico minaccia gli elementi fondamentali della vita umana, la produzione alimentare, la salute e l’uso delle risorse e dell’ambiente. L’Accordo di Parigi del dicembre 2015 (COP21), entrato in vigore a fine 2016 e adottato da 197 Paesi, definisce un piano d’azione globale e vincolante per limitare il riscaldamento terrestre al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali.
Alcuni studi e analisi suggeriscono poi che il cambiamento climatico ed i rischi ambientali abbiano importanti implicazioni per la stabilità finanziaria che non possono non essere considerate. A tal riguardo, le banche europee hanno intrapreso un percorso virtuoso volto al sostegno concreto delle politiche dell’UE per un sistema finanziario più sostenibile. In virtù di questo, nell’ambito dei lavori della Sustainable Finance Working Group della Federazione Bancaria Europea alla quale ABI Lab aderisce, su incarico dell’ABI, sono stati affrontati diversi temi, tra cui la necessità di definire un sistema di classificazione degli asset considerati “sostenibili”; l’approfondimento sull’estensione del “dovere fiduciario” tra investitore e cliente anche ai temi della sostenibilità; la necessità di ampliare la rendicontazione per la sostenibilità; la necessità di presidiare correttamente tutti i rischi ambientali (fisici, di responsabilità e di transizione) nell’attività creditizia e di investimento delle banche attraverso una metodologia di “Environmental and Climate Change Screening”.
Eolico onshore, idraulica ad acqua fluente e bioenergie: sono queste le tecnologie che interessano maggiormente le banche italiane, come emerge dalla rilevazione statistica condotta da ABI Lab su un campione di 10 gruppi bancari rappresentativi di oltre il 70% del settore in termini di totale attivo.
Dalla rilevazione è emerso che nel 2016 banche rappresentative di circa il 40% in termini di totale attivo di settore hanno erogato/ stipulato finanziamenti per le FER pari a oltre 2,3 miliardi di euro.
La rilevazione dal titolo “Le banche a sostegno dell’efficienza energetica e delle FER”, – che si inserisce nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio ABI Lab “Banche e Green Economy” – si focalizza sull’attenzione delle banche italiane alla green economy, in particolare per quanto riguarda l’efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabile (FER), ed analizza nel dettaglio: le caratteristiche dei prodotti di finanziamento offerti dalle banche per l’efficienza energetica; i principali target di clientela; i principali aspetti organizzativi interni alla banca per supportare la valutazione dei finanziamenti finalizzati alla realizzazione di interventi di efficienza energetica; gli eventuali aspetti del quadro normativo e regolamentare che possono favorire il finanziamento di interventi di efficienza energetica; le previsioni sugli investimenti nell’efficienza energetica e nelle FER.
Dalla rilevazione è emerso che la maggior parte dei rispondenti ha costituito specifici prodotti di finanziamento, tra i quali ne sono stati evidenziati 41, dedicati in particolare ai seguenti quattro target di clientela: Industria (PMI/Mid-CAP); Industria (Grandi Imprese); Servizi (Alberghi, Grande Distribuzione Organizzata, Centri Sportivi, Trasporti, etc.); ESCo (Energy Service Company) per interventi presso la clientela.
Oltre a questo, il 62% dei rispondenti sta valutando di attivare nuovi prodotti di finanziamento per il comparto.
Relativamente al quadro normativo (fiscale, regolatorio, incentivante, etc.), il 60% del campione complessivo percepisce un livello alto o molto alto di instabilità. Rispetto a questo, le banche hanno indicato diverse vie che permetterebbero di agevolare la progettazione e l’utilizzo di nuovi strumenti di finanziamento per gli interventi di risparmio energetico. In particolare:
• istituzione e avvio di fondi di garanzia conformi alle regole di Basilea;
• maggiore semplificazione e chiarezza normativa, ad esempio in merito al riconoscimento dei titoli di efficienza energetica;
• agevolazioni strutturali con stanziamenti pluriennali.
Dalle risposte ricevute è emerso inoltre che l’allocazione mirata delle risorse pubbliche può stimolare il finanziamento all’efficienza energetica: il 71% dei rispondenti allo specifico quesito ha definito o pensa di definire prodotti di finanziamento per interventi assistiti da agevolazioni pubbliche con particolare attenzione a quanto previsto dalle detrazioni fiscali.

Fonte: ABI LAB

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