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Non è ancora la versione definitiva e probabilmente è destinata a subire numerose modifiche dovute anche al nuovo scenario governativo, ma la bozza del tanto atteso decreto per i nuovi incentivi per le fonti rinnovabili elettriche è stata resa pubblica e prevede già delle importanti indicazioni per il futuro del settore.
Il nuovo decreto regolerà l’incentivazione per il triennio 2018-2020 delle seguenti fonti rinnovabili elettriche: eolico onshore, solare fotovoltaico, idroelettrico, geotermia tradizionale, gas di discarica e di depurazione. Rimangono invece esclusi: biomasse, biogas, eolico off-shore, geotermia innovativa e solare termodinamico. Si rammenta però che per biomasse e biogas è prevista la pubblicazione di un decreto a parte.

Nuova apertura quindi all’incentivazione degli impianti fotovoltaici, la cui cessione totale di energia verrebbe remunerata dal GSE con una tariffa di 110 €/MWh per impianti da 20 a 100 kW e di 90 €/MWh per impianti da 100 kW a 1 MW. L’incentivazione non è prevista per gli impianti al di sotto dei 20 kW e in generale per gli impianti in regime di Scambio sul posto.
Scompare invece la possibilità di accedere direttamente agli incentivi per gli impianti di piccola e piccolissima taglia. Per l’accesso agli incentivi è infatti obbligatoria la partecipazione ai Registri e, per gli impianti di potenza superiore a 1 MW, la partecipazione a procedure competitive di aste al ribasso.
Si sottolinea inoltre la decurtazione delle tariffe incentivanti, attualmente ipotizzate per mini-eolico e mini-idroelettrico rispetto a quanto previsto dal Dm 23 giugno 2016. Disposizione che probabilmente, se non modificata, scoraggerà diverse iniziative già in cantiere.

Il decreto punta infine a razionalizzare gli interventi: gli impianti non potranno essere realizzati in maniera indiscriminata in zone già sature di rinnovabili non programmabili connesse in rete. Gli operatori dell’infrastruttura elettrica dovranno comunicare al GSE le zone critiche indicando l’ulteriore capacità produttiva massima che può essere aggiunta alla rete.
Non rimane ora che attendere il concerto con il Ministero dell’Ambiente, il parere di Arera, il via libera della Conferenza Stato Regioni ed infine quello della Commissione Europea. In ogni caso sembra improbabile la pubblicazione del testo definitivo prima di metà 2018.
Vi aggiorneremo non appena ci saranno novità!

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