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CROLLANO I CONSUMI ELETTRICI, RESISTONO LE RINNOVABILI

CROLLANO I CONSUMI ELETTRICI, RESISTONO LE RINNOVABILI

Con il lockdown che ha tenuto tutta l’Italia a casa, si è assistito ad un crollo drastico dei consumi elettrici come prima conseguenza del rallentamento delle attività produttive.

Nel 2020 il settore elettrico potrebbe quindi registrare una perdita di 5 miliardi di valore della produzione a causa della paralisi delle attività, che in Italia ha ridotto i consumi elettrici di oltre il 20% da metà marzo. La stima è di Althesys – la società di consulenza per il mercato elettrico, le rinnovabili, l’ambiente e le utility – che riporta alcuni dati dell’Irex Annual Report. Tale rischio a fine anno si tradurrebbe in una perdita del 6% rispetto al 2019. La previsione di 302 miliardi di chilowattora per il 2020 rappresenta il livello di domanda più basso dal 2001. 

Dal crollo della domanda causata dal Covid-19 escono meglio le fonti rinnovabili, che aumentano il loro peso nel mercato elettrico. Grazie alla priorità di dispacciamento la “quota verde” cresce del 2% rispetto al periodo pre-pandemia. Nelle ultime settimane infatti, le fonti rinnovabili sono riuscite a soddisfare il 42% del fabbisogno di energia nazionale (40% lo scorso anno).  

Considerando tutto il 2020 si stima un calo della produzione netta da fonti rinnovabili la quale dovrebbe scendere a 111 miliardi di kWh (- 3% rispetto al 2019). A ciò contribuirebbe soprattutto una frenata dell’eolico (-8%), ma anche il calo dell’idroelettrico (-5%).

In sostanza, le fonti rinnovabili rallentano un poco, mentre i consumi elettrici complessivi precipitano bruscamente. 

Nel suo primo Global Renewables Outlook, l’Agenzia internazionale IRENA dichiara peraltro che, una volta superata la fase emergenziale, per ripartire sarà necessario investire seriamente sulle fonti rinnovabili. Nel dettaglio, secondo il rapporto la trasformazione del sistema energetico potrebbe aumentare i guadagni complessivi del PIL globale rispetto alle normali attività di 98mila miliardi di dollari tra oggi e il 2050, con la garanzia di circa 42 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore energetico. Ha dichiarato Francesco La Camera, direttore generale di IRENA:  “Accelerando le energie rinnovabili e rendendo la transizione energetica parte integrante della più ampia ripresa, i governi possono raggiungere molteplici obiettivi economici e sociali nella ricerca di un futuro resiliente che non lasci indietro nessuno”.

Perdita di produzione per 5 miliardi di euro 

Gli effetti economici del crollo dei consumi elettrici sono quantificabili valorizzando la richiesta elettrica al Prezzo Unico Nazionale e confrontando le due variabili così come da previsione NET di gennaio (pre-emergenza) e di aprile (post-emergenza). Si stima una perdita di 5 miliardi di euro nel solo 2020, pari al 31% del valore complessivo, con riflessi che vanno a colpire, a catena, i produttori termoelettrici da fonti fossili, i rivenditori di energia, trader e retailer.

La tenuta degli investimenti nel settore non è, al momento, a rischio in quantosi tratta di operazioni con orizzonte solitamente di lungo termine, ben oltre il presumibile effetto del coronavirus.

La sicurezza energetica non è a rischio 

La buona notizia è che la sicurezza del nostro sistema elettrico non dovrebbe essere a rischio. L’adeguatezza “a scendere” del sistema, analizzata nell’IREX Annual Report di Althesys, si è dimostrata nel passato sufficiente e il gestore di rete ha finora dimostrato di essere in grado di assicurare l’equilibrio del sistema anche in situazioni critiche. Il carico medio sulla rete italiana è calato del 5,6% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, con un’intensificazione della caduta, nel mese di marzo del -10,2%. Tuttavia, ciò che può preoccupare è il basso carico, che nella prima domenica di aprile ha toccato il suo minimo per il 2020 a 9,20 GW (10,37 GW il minimo 2019). I bassi consumi portano a fermare le centrali termoelettriche e la loro mancanza potrebbe in teoria creare difficoltà in caso di improvvise necessità dovute alle discontinuità delle rinnovabili. La rete italiana, ad oggi, ha tuttavia dimostrato di reggere bene.

Core business di BIT Spa: RINNOVABILI

Il core business di BIT SPA è da oltre 14 anni il mercato delle fonti rinnovabili e anche oggi, nonostante i mesi di lockdown, l’attività della società non si è mai fermata.

BIT sostiene le BCC per:

  • attività formativa sul mercato FER: normative, sistemi incentivanti, opportunità;
  • analisi fattibilità dei progetti;
  • Due Diligence amministrativa e tecnica degli impianti;
  • monitoraggio impianti già esistenti;
  • assistenza pratiche GSE per furti, sostituzioni, adeguamenti;
  • assistenza e supporto per adempimenti relativi al Decreto controlli.

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