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IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E' UN'EMERGENZA GLOBALE. ANCHE PER LA FINANZA NECESSARIA UNA SVOLTA GREEN

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E’ UN’EMERGENZA GLOBALE. ANCHE PER LA FINANZA NECESSARIA UNA SVOLTA GREEN

Il riscaldamento globale causato dall’uomo farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo, pregiudicando la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari. E’ ciò che emerge dal rapporto “Cambiamento climatico e territorio” del comitato scientifico dell’Onu sul clima, l’Ipcc, diffuso ieri.

Tale rapporto si focalizza sul rapporto fra il cambiamento climatico e il territorio, dando risalto alle conseguenze del riscaldamento su agricoltura e foreste.

Anche considerando un riscaldamento globale a 1,5 gradi dai livelli pre-industriali (l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015), vengono valutati “alti” i rischi da scarsità d’acqua, incendi, degrado del permafrost e instabilità nella fornitura di cibo. Nel caso il cambiamento climatico dovesse raggiungere o superare i 2 gradi (l’obiettivo minimo di Parigi), i rischi saranno “molto alti”. Con l’aumento delle temperature, la frequenza, l’intensità e la durata degli eventi legati al caldo, comprese le ondate di calore, continueranno a crescere nel ventunesimo secolo, prevede lo studio. Aumenteranno la frequenza e l’intensità delle siccità, particolarmente nella regione del Mediterraneo e dell’Africa meridionale, come pure gli eventi piovosi estremi. La stabilità delle forniture di cibo è previsto che calerà all’aumento della grandezza e della frequenza degli eventi atmosferici estremi, che spezzano la catena alimentare.

Come già evidenziato, l’integrazione del tema del cambiamento climatico nelle decisioni di investimento implica, oltre all’eventuale disinvestimento dai titoli più inquinanti, l’allocazione delle risorse nelle società o istituzioni in grado di contribuire alla transizione verso un’economia low carbon. Se da un lato il cambiamento climatico rappresenta una grave minaccia per le attività economiche e finanziarie, dall’altro può rappresentare anche una straordinaria opportunità per quelle imprese che sapranno sviluppare strategie aziendali all’altezza della sfida.

L’IMPULSO COMUNITARIO ALLA FINANZA E AI MUTUI “GREEN”

L’attenzione sempre maggiore verso le tematiche di natura ambientale ed energetica si è concretizzata in sede europea nella stesura del programma “Clean Energy for all Europeans” il quale comprende, fra i propri temi portanti, anche quello dell’efficienza energetica.

Quando si parla di efficienza energetica occorre prendere in considerazione gli immobili i quali sono responsabili di circa il 40% del consumo di energia e il 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione Europea. Pertanto la riqualificazione energetica degli edifici esistenti può portare significativi risparmi energetici oltre a benefici economici, sociali e ambientali.

L’attenzione sulle prestazioni energetiche degli edifici è evidenziata anche dalla Direttiva UE 2018/844 tesa a coprire un’ampia gamma di politiche e misure di sostegno che aiuteranno i governi nazionali UE a migliorare il rendimento energetico degli edifici e a migliorare gli edifici esistenti, sia nel breve che nel lungo termine. Questo documento, che dovrà essere recepito da ciascun Stato Membro entro due anni dalla sua emanazione, assegna un ruolo centrale alle istituzioni finanziarie nelle strategie nazionali di ristrutturazione a lungo termine prevedendo che gli istituti di credito debbano “incoraggiare la concessione di prestiti ipotecari rivolti all’efficienza energetica per ristrutturazioni immobiliari,[…] fornire strumenti di consulenza e di assistenza accessibili e trasparenti come sportelli unici (one-stop-shop) che prestino servizi integrati di ristrutturazione energetica”.

GESTIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE

Lo scorso 19 giugno la EBA (European Banking Autorithy) ha pubblicato inoltre la bozza di Linee Guida per l’erogazione ed il monitoraggio dei finanziamenti (in consultazione sino al 30 settembre 2019) che dedica un capitolo intero ai fattori ambientali e di “green lending”. Secondo tali Linee Guida, gli istituti di credito dovrebbero includere all’interno delle proprie politiche di gestione del rischio, oltre che all’interno delle policy e delle procedure di rischio di credito, fattori ambientali, sociali e di governance (ESG – Environmental, Social, Governance). Le banche sono perciò tenute ad adottare “un approccio olistico e incorporare considerazioni ESG nelle loro politiche e procedure relative al rischio di credito”.

In particolare si sottolinea che le banche che originano o che intendono originare agevolazioni per crediti “green” dovranno sviluppare apposite politiche e procedure di erogazione del credito sia in fase di origination che di monitoraggio delle garanzie. Queste politiche e procedure dovrebbero fornire un elenco dei progetti e dei criteri “green” considerati ammissibili e specificare il processo attraverso il quale gli istituti valutano che gli incentivi erogati a favore del credito “verde” siano utilizzati correttamente.

Inoltre le banche dovranno includere le loro politiche e procedure di “green lending” all’interno dei propri obiettivi generali, della strategia e della policy relativi alla finanza sostenibile. Così esse dovrebbero stabilire obiettivi qualitativi e quantitativi a supporto dello sviluppo della propria attività di erogazione verde e per valutare in che misura tale sviluppo sia in linea o contribuisca agli obiettivi aziendali globali legati al clima e alla sostenibilità ambientale.

Dall’autorità bancaria a livello comunitario arriva un grande impulso affinché le istituzioni finanziarie includano all’interno delle proprie policy di erogazione prodotti e servizi che contribuiscano, grazie anche a politiche commerciali di favore, allo sviluppo sostenibile degli ecosistemi con cui interagiscono.

Prendendo spunto da questa iniziativa regolamentare che segue la Direttiva UE 844/2018 sulla prestazione energetica nell’edilizia, non si può non sottolineare l’impatto che potremo attenderci sul mercato dei cosiddetti “mutui verdi”, così come anche recentemente definiti dal progetto EeMAP promosso della Comunità Europea. Ricordiamo, infatti, che un mutuo è definito “green” quando è finalizzato all’acquisto, costruzione o riqualificazione di immobili residenziali e non residenziali in cui la performance energetica è allineata o supera gli standard di best practice locali secondo i requisiti normativi UE e/o prevede un miglioramento della performance energetica almeno del 30%.

Progetto BIT per la Green Economy

Per Retail, Corporate e PA il percorso di efficienza energetica ideato da BIT SPA è così articolato:

  • definizione di strumenti di analisi dei rischi ambientali nella concessione del credito;
  • creazione di prodotti bancari per il finanziamento della riqualificazione energetica nel Retail, Corporate ed edifici della PA;
  • organizzazione di attività formativa per le Banche (gestori e filiali);
  • selezione delle ESCo e dei professionisti attivi sul territorio per capire con quali operare;
  • audit energetici nelle PMI e PA volti allo sviluppo di attività di investimento (cogenerazione, motori elettrici, inverter, illuminazione ecc);
  • adesione Gruppo d’acquisto energia (Consorzio BCC Energia);
  • organizzazione di Workshop ed eventi sul territorio con l’obiettivo di far conoscere opportunità e benefici dell’efficienza energetica.
  • Realizzazione diagnosi energetiche;
  • Gestione dei Titoli di Efficienza Energetica.

Sostegno alla Banca per progetti Green

  • Verifica delle aziende attive nel settore della Green Economy;
  • Analisi dei progetti di investimento riguardanti la Green Economy;
  • Sostegno delle filiere di qualità ecologica;
  • Valutazione di progetti per lo sviluppo ed animazione dei contratti di rete;
  • Organizzazione di attività con Enti pubblici per sviluppo e sostenibilità del territorio.

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