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IL DECRETO CER E' IN VOLO VERSO BRUXELLES: LE NOVITA' CHE EMERGONO DALLA BOZZA

IL DECRETO CER E’ IN VOLO VERSO BRUXELLES: LE NOVITA’ CHE EMERGONO DALLA BOZZA

Dopo una prima bozza circolata che aveva creato confusione e malumore nel settore, in particolare in tutti quei soggetti che stanno puntando sulle CER come innovativo strumento di condivisione dell’energia, sono arrivate anticipazioni più rassicuranti e una nuova bozza di quella che sarà la versione finale del decreto.

Una nota del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) fissa finalmente dei punti saldi sul decreto con gli incentivi a comunità energetiche e autoconsumo collettivo e dà il via all’iter con l’Unione Europea sulla proposta che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e che dovrà ora attendere l’ok definitivo della Commissione UE necessario per l’entrata in vigore. L’obiettivo è sempre lo stesso: decarbonizzazione entro il 2030 e autonomia energetica.

La proposta di decreto è incentrata su due misure:

  • un incentivo in tariffa a 20 anni sull’energia condivisa per tutte le “Cacer”, definizione che comprende autoconsumo singolo a distanza, comunità energetiche rinnovabili e autoconsumo collettivo da FER. La potenza incentivabile è di 5 GW, con un limite temporale fissato a fine 2027.
  • un contributo a fondo perduto del 40%per le Comunità energetiche nei Comuni con meno di 5mila abitanti. Il contributo a fondo perduto è finanziato con 2,2 miliardi di euro del PNRR e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno 2 GW e una produzione indicativa di almeno 2.500 GWh ogni anno.

Possono accedere agli incentivi tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse, fatta salva la potenza massima di 1 MW degli impianti; limite che, stando alla bozza, non vale per le CER del ministero della Difesa o per quelle delle autorità portuali, mentre dovrebbero essere esclusi gli impianti che hanno goduto del Superbonus 110%.

BENEFICIARI

Gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi: chi sceglierà di associarsi ad una Comunità, comunica il Mase, dovrà innanzitutto individuare sia un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili che altri utenti connessi alla stessa cabina primaria.

Inoltre sarà necessario un atto costitutivo del sodalizio che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali.  Il soggetto gestore della misura è il GSE che potrà verificare preliminarmente l’ammissibilità dei soggetti interessati al fine di garantire la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura.

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Secondo la nuova bozza diffusa, la tariffa incentivante per l’energia condivisa sarà modulata su tre scaglioni e si prevede anche un extra a seconda della localizzazione geografica: gli impianti nel Centro Italia riceveranno 4 €/MWh ulteriori, quelli al Nord 10 € extra.

Sempre stando alla bozza, gli incentivi in tariffa sono cumulabili con i contributi in conto capitale del 40% per le CER nei piccoli Comuni, mentre si dice esplicitamente che non possono essere applicati all’energia da impianti incentivati con il Superbonus.

Alla luce del nuovo decreto, che una volta in vigore porterà ad un grande sviluppo delle CER, BIT è pronta per dare supporto alle Banche attraverso la valutazione della fattibilità dei progetti.

BIT accompagnerà le Banche e i loro clienti attraverso formazione, supporto agli operatori delle Banche e valutazione tecnica degli investimenti. In sintesi BIT può svolgere:

  • Attività formativa alle banche sulle comunità energetiche;
  • Assistenza tecnico procedurale per la creazione della CER;
  • Studi di fattibilità;
  • Due diligence tecniche;
  • Monitoraggio della gestione operativa delle CER.

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