ENERGY RELEASE 2.0 – APPROVATO DEFINITIVAMENTE DALLA COMMISSIONE EUROPEA
La Commissione europea ha ufficialmente approvato Energy Release 2.0, il meccanismo italiano ideato per sostenere i grandi consumatori di energia elettrica, come aziende e industrie. La tanto attesa comfort letter di Bruxelles conferma che il provvedimento è compatibile con le norme europee sugli aiuti di Stato e sulla promozione delle energie rinnovabili. Non sono dunque necessari ulteriori approfondimenti da parte della Direzione Generale Concorrenza (DG COMP).
Un’iniziativa strategica per la transizione verde
Il meccanismo, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), prevede una fornitura di energia a prezzo calmierato (65 €/MWh) per un periodo di tre anni a favore delle imprese energivore. In cambio, le aziende si impegnano a restituire l’energia ricevuta attraverso la costruzione o il finanziamento di nuovi impianti da fonti rinnovabili in un arco temporale di vent’anni.
Secondo il ministro Gilberto Pichetto Fratin, si tratta di “una risposta concreta e sostenibile all’esigenza di prezzi dell’energia più stabili, vincolando l’aiuto pubblico a un impegno industriale e ambientale chiaro: restituire quanto ricevuto con nuova energia pulita”.
Come funziona Energy Release 2.0
Il piano si articola in due fasi:
- Anticipazione energetica (36 mesi): il GSE fornisce energia elettrica a 65 €/MWh alle imprese beneficiarie.
- Restituzione dell’energia (20 anni): le imprese devono restituire integralmente, attraverso produzione da FER (fotovoltaico, eolico, idroelettrico), l’energia ricevuta. Gli impianti dovranno garantire una capacità pari al doppio dell’energia anticipata.
Sono ammessi anche soggetti terzi, individuati tramite aste pubbliche, a cui può essere trasferito l’obbligo di realizzazione degli impianti. I contratti applicati sono CfD a due vie, che garantiscono equilibrio economico tra prezzi di mercato e strike price.
Successo dell’iniziativa e prospettive future
L’interesse è stato notevole: la domanda ha superato i 70 TWh, quasi tre volte l’energia messa a disposizione (24 TWh). Si prevede che ciò possa generare oltre 5 GW di nuova potenza rinnovabile da installare entro il 2028.
Bruxelles ha accolto favorevolmente le modifiche apportate dal governo italiano per evitare distorsioni di mercato e rischi di sovracompensazione, tra cui:
- L’introduzione di aste competitive per la selezione dei progetti FER.
- La possibilità di estensione del contratto CfD se l’intero vantaggio iniziale non viene recuperato nei 20 anni.
- La definizione puntuale dei criteri di calcolo del vantaggio ricevuto e dei meccanismi di claw-back.
Nuovo contesto europeo a supporto della decarbonizzazione
L’approvazione del meccanismo si inserisce in un contesto europeo favorevole alla transizione verde: il nuovo Quadro Temporaneo per gli Aiuti di Stato, in vigore fino al 2030, amplia la flessibilità per sostenere imprese e settori ad alta intensità energetica.
In parallelo, si lavora anche alla riallocazione di fondi PNRR non utilizzati, con l’obiettivo di ridurre il peso delle bollette per le imprese italiane.